CN numero 86

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Ultimo aggiornamento Sabato, 28 Gennaio, 2023 - 14:25

 

Scoprire Livorno attraverso la poesìa, l’arte, il mare e l’architettura: è questo il leit motiv del nuovo numero (86) di “CN Comune Notizie”. In apertura un Omaggio a Luciano Luisi, poeta livornese, noto giornalista TV, ma anche docente, scrittore e poeta impegnato in molte iniziative editoriali e premi letterari. Livornese di nascita e per parte di madre, è stato a lungo amico di Giorgio Caproni, che incontrava sovente a Roma. Un profilo di Lorenzo Greco (Università di Pisa) ricostruisce in sintesi efficace la personalità e l’opera poliedrica di questo autore vitale ed appassionato, che si interroga e cerca la verità. Insieme alla biografia tre poesìe  inedite, L’onda, La nonna e Ritorno: un dono alla sua città natale, che svela un legame profondo, intimo con le atmosfere le i luoghi della città salmastra.

La collezione di opere grafiche del Museo Civico “G. Fattori”di Francesca Giampaolo, (Responsabile U. Musei del Comune di Livorno), parte rilevante e significativa del patrimonio storico-artistico del Comune di Livorno, esposte a rotazione per preservarne l’integrità, ci raccontano la storia dell’arte italiana fra Ottocento e Novecento, anche senza alcuna connessione con i dipinti. Vengono presentate le collezioni ritenute più interessanti, sia per numero di pezzi che per il valore dell’artista: I disegni e le incisioni di Giovanni Fattori (Livorno 1825-Firenze 1908), I disegni di Enrico Pollastrini  (Livorno 1817-Firenze 1876), Le incisioni di Luigi Ademollo (Milano 1764.Firenze 1849), I disegni di Plinio Nomellini  (Livorno 1866-Firenze 1943), La cartellonistica pubblicitaria di Leonetto Cappiello (Livorno 1876-Cannes 1943), Le incisioni di Raoul Dal Molin Ferenzona (Firenze 1879-Milano 1946), La collezione di opere su carta del Novecento (da Carrà a Baj, da Fontana  Nespolo).

Da aprile 2014, quattro sculture di Vitaliano De Angelis (Firenze1916-Livorno 2002) arricchiscono il patrimonio pubblico della città, grazie alla donazione al Comune di Livorno da parte della figlia, della moglie e della nipote dello scultore: Marina (gesso patinato, 1979), Nudo sul cuscino (gesso patinato, 1992), La maestra di danza (gesso patinato, 1999), Ritratto di Marcello Landi (cemento nero, 1970). Esempi di scultura figurativa  nel solco della grande tradizione italiana, con uno stile improntato di grazia e leggerezza, equilibrio formale, respiro poetico, eleganza e sobrietà.  L’artista, uno dei protagoni sti dell’arte toscana del Novecento, ha vissuto e lavorato a Livorno, come testimoniano le tante opere che decorano la città, dove ha una strada a lui intitolata, nel nuovo quartiere di Porta a Mare: il Busto in bronzo di Amedeo Modigliani, situato nel Parco del Museo Civico “Villa Fabbricotti” (1955), il Monumento ai caduti Civili di guerra (1955), in via Fiume, il monumento in bronzo a Il Villano, in collaborazione con lo scultore Giulio Guiggi (1956), posto in largo Rosselli, il busto in bronzo del patriota Enrico Bartelloni (1957), sulle mura vicino la Porta San Marco, oltre a pregiate sculture lignee e bronzee custodite nelle chiese cittadine.

Alla scoperta della costa a sud di Livorno tra storia e testimonianze archeologichea cura di Roberto Branchetti, Romano Galoppini, Luigi Viresini del Gruppo Archeologico Paleontologico Livornese, è un viaggio insolito, affascinante tra paesaggi di rara bellezza, scorci nascosti, manufatti che testimoniano una fervida attività lavorativa del passato, una cultura materiale  poco conosciuta: le cave di Monteburrone, Calafuria  e Pietralta, il Casotto del telegrafo sulla Costa del Romito, il Caricatoio della pietra a Quercianella, ponti e vecchie fonti rurali, le piazze delle carbonaie, i tagli di ceduazione del bosco, i pini da resinazione, i muri a secco dei terrazzamenti, esempio di un’agricoltura di sussistenza attuata su terre marginali e, come tali, oggi abbandonate. Ci  rivelano  quanto fossero frequentati questi territori anche costruzioni come  la Villa Niccolai Gamba, che ha ospitato personaggi illustri: il Granduca di Toscana Leopoldo II, lo scrittore inglese Tobias Smollett e il poeta George Gordon Noel Byron;Casa e Castel Sonnino, la Via Aurelia.

Il Palazzo de Larderel a Livorno: genesi e vicende ediliziedell’ architetto Andrea Neri  ci guida nella “lettura” del  più imponente e sontuoso palazzo dell'Ottocento livornese, legato all’ascesa nel mondo  imprenditoriale del Granducato di Toscana di François Jacques de Larderel , ingegnere francese originario del Delfinato, che nel 1818 avviò lo sfruttamento industriale dei soffioni boraciferi di Montecerboli (mutata in Larderello in suo onore, nel 1846, dal Granduca Leopoldo II) e nel 1837 diventò a tutti gli effetti un nobile livornese. Si parte dall’indagine storica dell’edificazione nell’area a ridosso del Cisternone: in parallelo  alla storia dell’ intraprendente  industriale  che cerca di consolidare il proprio prestigio partecipando alle mutazioni urbanistiche della città, si cerca  di valutare il peso esercitato da altri elementi come  il trasformarsi delle vie di collegamento adiacenti all’area in cui sorse l’isolato di Palazzo de Larderel  e i motivi dai quali scaturì la necessità di edificare al di fuori della vecchia cinta. Si passa quindi all’esame della facciata su Via de Larderel , di gusto neoclassico,   e degli interni del Palazzo, con la zona monumentale al primo piano. Una complessa “macchina architettonica” progettata e costruita da Ferdinando Magagnini, che, intorno 1850 unì in un unico prospetto  i vari corpi di fabbrica. (a.p.)

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