CN numero 88

Ultimo aggiornamento

Ultimo aggiornamento Mercoledì, 1 Febbraio, 2023 - 13:25

Si apre con un articolo di Gilda Vigoni dedicato alla Casa natale di Amedeo Modigliani questo numero di “Cn-Comune Notizie”, che vuole essere un vero e proprio  omaggio al grande artista nato a Livorno.

La Casa, in cui Modigliani nacque e visse l’infanzia, situata in una delle più rinomate vie della città, Via Roma al n. 38, è oggi un museo visitabile tutti i giorni attraverso Amaranta Service.
Meta di numerosissimi visitatori di ogni parte del mondo, conserva ancora struttura e pavimenti originari e soprattutto il fascino e l’atmosfera delle residenze della borghesia cittadina dell’Ottocento. Nelle varie stanze è allestito un percorso espositivo che ripercorre la vita di Modigliani, attraverso ritratti di famiglia, foto, scritti, mentre, nel salone della musica, sono esposte opere dono di artisti contemporanei, quali Kostabi, Pozzati, Festa, Baj, Peruzzi, De Rosa, Madiai, Barzagli, Ceccobelli, Tilson, Marchegiani, Fedi, che hanno voluto dare in tal modo un loro personale contributo ad arricchire questo piccolo ma prezioso gioiello di Livorno.
 

Sempre ad Amedeo Modigliani sono dedicati i due successivi articoli che ripropongono al lettore interventi pubblicati nella “Rivista di Livorno” nel 1954. Il primo, di Fabrizio Winspeare, è incentrato su L’uomo Modiglian. Si tratta di una biografia, scritta in modo magistrale, dalla quale emerge tutto l’amore di Livorno per il suo grande artista. Il secondo, di Silvano Filippelli, offre Testimonianze livornesi per Modì: l’autore intervista amici e parenti del grande artista ancora in vita nel 1954. Ricordi, affetti, notizie curiose e tanta, tantissima ammirazione si ritrovano nelle parole di Gina Maria Micheli, figlia del primo maestro di Modigliani, Guglielmo Micheli, degli amici Gino Romiti, Aristide Sommati, Manlio Martinelli, Renato Natali, Gastone Razzaguta ed infine della cognata Vera Modigliani, moglie del fratello maggiore Giuseppe Emanuele, deputato socialista perseguitato dal regime fascista e costretto ad un lungo esilio in Francia.

Il numero di “Cn – Comune Notizie” continua con il ricordo di un altro grande artista livornese: Piero Ciampi. Il suo mondo non furono la pittura e la scultura ma la musica, anzi la poesia che diviene canto.
 

L’Omaggio al poeta e cantautore si apre con l’articolo Venti anni col Premio Ciampi di Franco Carratori, che ripercorre la storia del Premio, istituito nel 1995 a Livorno per la valorizzazione dell’opera dell’artista labronico e, al tempo stesso, per la promozione di “quei talenti che, nell’arte, fanno della ricerca e creatività i perni del loro lavoro”.
Con Cosa resta da dire (e da sapere) su Piero Ciampi, Marco Lenzi ci propone una biografia di Ciampi molto “particolare” , ancora non completa, ricostruita con difficoltà; un lavoro di profonda riflessione da cui si percepisce tutta l’intima sofferenza del cantautore. Lenzi conclude con un appello affinché qualche collaboratore possa aiutarlo in questo “faticoso e certamente lungo lavoro di ricostruzione”.
Dopo i versi delle canzoni Livorno, Sul porto di Livorno dedicate alla sua città natale e Il vino, oggi riproposta da vari interpreti, Franco Carratori nel suo altro articolo La grande bellezza di Piero. Dall’amore alla politica: un viaggio nella poetica ciampiana ci parla dei temi e del linguaggio propri delle opere dell’artista livornese che “ha rappresentato, insieme a Pier paolo Pasolini e Luciano Bianciardi, la più genuina voce fuori dal coro nella cultura italiana del secondo Novecento”.
 

“Cn-Comune Notizie” prosegue con l’intervento di Pier Paolo Brunori su Il restauro del monumento ai Quattro Mori, uno dei simboli di Livorno. Grazie al finanziamento della Fondazione Livorno, il monumento è stato sottoposto ad un accurato e complesso lavoro di restauro che lo ha riportato all’originale bellezza. Brunori , oltre al testo che illustra la tecnica del restauro conservativo, ripercorre anche la storia dell’opera, sia per la parte marmorea, la statua di Ferdinando I de’ Medici, Granduca di Toscana, opera di Bandini (1599) sia per le figure dei Mori, in bronzo, realizzate da Tacca nei primi decenni del Seicento.
 

Scoprire Livorno e i suoi luoghi deputati all’arte è il leitmotiv dell’articolo di Gianfranco Magonzi Villa Trossi e la Fondazione Trossi-Uberti. Magonzi, presidente della Fondazione d’Arte, ricorda l’esemplarità della contessa Corinna Trossi che “nel 1953 della Fondazione fu artefice generosa, con la sua volontà testamentaria che si realizzasse quanto da lei e da suo marito, Dino Uberti, avevano insieme vagheggiato: offrire alla città di Livorno un’istituzione che desse l’opportunità, in special modo ai giovani, di coltivare la loro inclinazione artistica e di poterla affinare in quella bella villa di fronte al lungomare di Ardenza, dove i due erano felicemente vissuti”. Della coppia, della storia della villa, bella dimora ottocentesca, ceduta alla famiglia Trossi nel 1918, della passione per la pittura di Dino Uberti, della Fondazione d’Arte con il loro nome, dei suoi fini e impegni parla questo interessante articolo che si conclude con l’auspicio che possa continuare l’opera culturale di generosità civile e di amore per la città, di cui Corinna Trossi e Dino Uberti hanno costituito l’esempio.
 

Sempre all’arte, in particolare a nuovi modi espressivi, è dedicato l’articolo di Federica Falchini Francesco Baronti, storyteller a Villa Fabbricotti. Il giovane artista livornese, presente in rassegne internazionali, si pone nel panorama contemporaneo con un percorso del tutto personale raccontando ciò che ci circonda e i sentimenti umani con immagini, disegni, pitture ispirate alle fiabe della nostra cultura. Le sue opere sono state esposte dal 25 ottobre al 22 novembre 2014 a Villa Fabbricotti, presso la Biblioteca Labronica “F.D. Guerrazzi”.
 

Conclude il numero l’intervento La Grande Guerra raccontata dai giornali dell’epoca: una mostra nel centenario. Il Comune di Livorno, nei locali nell’Emeroteca, dal 28 luglio 2014, a cento anni di distanza della dichiarazione di guerra presentata dall’Austria –Ungheria alla Serbia, fino a settembre ha allestito una esposizione di quotidiani e periodici dell’epoca, inaugurando il programma delle iniziative dedicate al conflitto che proseguirà nel 2015, anno di entrata in guerra dell’Italia. L’autore, Giovanni Laterra, nell’illustrare il percorso espositivo della mostra, ricostruisce il susseguirsi degli avvenimenti che in pochi giorni portarono Francia, Russia e Gran Bretagna a contrapporsi a Germania ed Austria-Ungheria dando origine al drammatico conflitto che poi si estese velocemente oltre i confini dell’Europa.

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