CN numero 79

Ultimo aggiornamento

Ultimo aggiornamento Martedì, 4 Aprile, 2023 - 16:58

CN - Comune Notizie N° 79: Liberazione e Democrazia

Il nuovo numero di CN è incentrato sul 25 aprile, sugli ideali e sui valori che hanno sostenuto ed ispirato la ricostruzione democratica del nostro paese  e si rispecchiano nella nostra Costituzione.

Alessandro Cosimi, Sindaco di Livorno, apre il suo scritto introduttivo Dai valori della Resistenza e della Costituzione una speranza per una società più equa e moderna col ricordo di una figura emblematica, Bino Raugi, tra i primi ad entrare a Livorno, liberata, il 20 luglio del 1944. Un ragazzo che poi divenne un punto di riferimento: Sindaco per tanti anni, dopo due grandi sindaci come Diaz e Badaloni, ed esempio di politica vissuta come progetto di vita, con il sacrificio di una generazione per un’idea di futuro e di speranza proiettati verso una dimensione internazionale. Valori forti e dinamici che possono e devono guidare l’azione quotidiana: costruire una politica che renda tutti più uguali sul terreno delle opportunità, rigore etico, autonomia dei Comuni per dar loro la possibilità di influenzare il futuro, capacità di dialogo e accoglienza nel nome del bene comune.

Il saggio di Stefano Gallo (ISTORECO) Il contributo della città di Livorno alla Resistenza mette in luce la necessità di studiare il periodo ed il fenomeno resistenziale secondo una sensibilità nuova, libera dagli schemi interpretativi di una visione “monumentale”. Un’analisi critica di limiti e grandezze da condurre immergendosi nelle diverse realtà territoriali: mancanza avvertita anche per il contesto livornese, per comprenderne anche le peculiarità: un CLN che, rispetto al modello della “esarchia romana” (in cui erano previsti rappresentanti comunisti, repubblicani, socialisti, democristiani, liberali e azionisti), vide anche la presenza degli anarchici e dei cristiano-sociali; un tessuto urbano ristretto, devastato dalle bombe e dalle truppe tedesche. Il valore della Resistenza sta anche in questo: nella capacità di rinascere dalle rovine provocate dal fascismo e dalla tragedia bellica, creando un nuovo tessuto connettivo a partire dai germi diffusi dell’antifascismo. Le bombe e i nazisti non poterono infatti rimuovere la storia di una città che, oltre alla famiglia Ciano, aveva espresso anche una forte opposizione antifascista nel Ventennio.

Margherita Paoletti (ISTORECO) ricostruisce il profilo storico e sociale di alcuni personaggi importanti per lo sviluppo della comunità labronica: Garibaldo Benifei , festeggiato per i suoi 100 anni il 31 gennaio di quest’anno  al Teatro C., in Garibaldo Benifei.100 anni di un antifascista tra Resistenza e bella politica . Antifascismo militante nelle file del PCI, carcere, lotta partigiana ed impegno a tutto tondo nell’attività politica, condivisa con la compagna di vita Osmana Benetti, nella cooperazione e nella solidarietà: cooperativa come realizzazione piena e concreta di molti degli ideali di unità e fratellanza che erano stati alla base delle lotte antifasciste e della Resistenza. Nel 1957 è uno dei soci fondatori dell’ARCI (Associazione Ricreativa e Culturale Italiana), di cui firma personalmente l’atto costitutivo a Firenze. Da sempre impegnato nelle attività di assistenza ai più deboli e nel volontariato, ricopre negli anni successivi a Livorno vari incarichi direttivi: principalmente nell’ECA (Ente Comunale di Assistenza) e, per un lungo periodo, nella Società Volontaria di Soccorso. E’ anche uno dei fondatori dell’Associazione Livornese di Solidarietà con il Popolo Saharawi e da lungo tempo opera  per concretizzare la politica dell’accoglienza: crede fermamente nei valori della difesa della pace, dei diritti umani, della solidarietà internazionale e del rispetto tra i popoli, convinto che “una società dove molti sono gli esclusi è una società senza futuro”. Una passione civile e assidua che si manifesta ancora oggi all’interno dell’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti (ANPPIA), di cui è  fondatore a livello nazionale con Umberto Terracini, e Presidente, a Livorno: portare testimonianza di storia e di vita nelle scuole perché i giovani comprendano i valori dell’antifascismo, della giustizia, della libertà, ma anche rivolto alla salvaguardia  continua ed ininterrotta dei principi su cui si basa la Costituzione repubblicana.

In Tre storie di donne nell’antifascismo livornese Erminia, Osmana, Ubaldina  tre ritratti  per una storia delle donne livornesi che lottarono per la libertà e sulle quali, tre percorsi esemplari attraverso la fede cristiana, la consapevolezza politica e l’amore. Erminia Cremoni (1905-1956) una  vita donata agli altri, in cui si intrecciano  strettamente gli ideali  della lotta antifascista con quelli del laicato cattolico degli anni trenta, fino al dopoguerra. Osmana Benetti partecipa alla Resistenza per convinta scelta politica che continua nel dopoguerra  nel PCI, nell’UDI contribuì a fondare i primi asili in città) e nell’ANPPIA nella testimonianza alle nuove generazione delle motivazioni, delle emozioni che guidarono la partecipazione alla resistenza. Ubaldina Pannocchia, staffetta patigiana per amore verso Nedo Guerrucci, cui sarà legata per 50 anni e militanza nell’UDI, nel dopoguerra.

Seguono due  relazioni presentate in occasione del convegno 150 anni di scuola a Livorno. Appunti per una storia ancora da scrivere, che si è svolto a Livorno il 2 dicembre2011( nell’ambito di “Settembre pedagogico”). Si inizia la pubblicazione in CN dei vari interventi.

Filippo Sani (Università degli Studi di Sassari) Scuole femminili a Livorno tra fine Ottocento e inizio Novecento è dedicato ai processi di formazione della donna a cavallo di due secoli è incentrato su due questioni: una di carattere generale ed una di carattere particolare. La prima riguarda i “modelli identitari” dell’educazione femminile, ossia quelle istituzioni che hanno contribuito alla costruzione di un’identità scolastica livornese tra Otto e Novecento. Nella seconda parte, tratta i rapporti che, a partire dagli anni novanta del XIX secolo, si profilano tra l’incremento delle congregazioni femminili nei quartieri litoranei della città e la diffusione dell’ideologia igienistica nell’Italia positivistica umbertina e giolittiana.

Ezio Papa (Archivio Storico del Comune di Livorno) in La Scuola nei documenti dell’Archivio Storico Comunale di Livorno illustra le serie documentarie riguardanti la scuola e l’istruzione, con particolare attenzione all’aspetto sociale delle scuole elementari che, dopo l’Unità d’Italia e per lungo tempo, furono di competenza delle Amministrazioni Comunali.

Chiude il Ricordo di Luciano De Majo, con gli interventi  pronunciati alla cerimonia di intitolazione della Sala Pre- consiliare ad una anno della sua prematura scomparsa. Nei pensieri di Enrico Bianchi (presidente del Consiglio Comunale), Francesco Gazzetti ( giornalista Granducato TV), Roberto Bernabò (direttore de “Il Tirreno”), Alessandro Cosimi (Sindaco di Livorno), nelle  testimonianze di famiglia e amici (pubblicate nella brochure che il Comune di Livorno ha dedicato a Luciano De Majo) è ricordato come simbolo del lavoro di giornalista svolto con passione umana e civile, con grande onestà, ma anche come persona semplice, schiva, rigorosa con stessa e con gli altri, che non badava semplice, schiva, rigorosa con stessa e con gli altri, che non badava alla forma, ma alla sostanza.

In appendice, nell’inserto, I nomi per la liberta’. Il contributo della città di Livorno alla Resistenza e alla Liberazione: nome cognome di coloro che hanno combattuto e sono morti per la nostra libertà. Per non dimenticare.

 

 

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