"Il PCI e il Mondo cattolico. Memoria e lezione di un dialogo": testimonianze di Chiti, Saccardi e Turco

Quando: 
Venerdì 26 Marzo 2021 18:00
Dove: 
evento online
Descrizione: 

"Il PCI e il Mondo cattolico. Memoria e lezione di un dialogo" è il titolo dell'evento promosso da Associazione Culturale “21”e Caffè della Scienza “N. Badaloni” in collaborazione con Istoreco e la compartecipazione del Comune di Livorno, nel programma di iniziative dedicate al centenario della nascita del PCI, in programma  venerdì 26 marzo 2021 alle ore 18.

Sarà Filippo Cannioto a condurre il quinto appuntamento del programma di iniziative “Il PCI, una storia da raccontare” organizzato su piattaforma telematica e trasmesso su Facebook. 

Sul dialogo ininterrotto, portato avanti dal PCI con il mondo cattolico, si alterneranno le testimonianze di Vannino Chiti, Severino Saccardi e Livia Turco.

L'evento potrà essere seguito al seguente indirizzo: https://www.facebook.com/Associazione21Livorno/
 


Segue il comunicato di Associazione 21:

Il rapporto fra il PCI ed il mondo cattolico fu posto da Togliatti, durante il V Congresso, come questione fondamentale fra gli indirizzi strategici ed i caratteri originari del partito nuovo.

Ricordiamo che nello statuto del PCI l'adesione al partito si fondava sulla condivisione del programma anche se fino al 1979 rimase al tempo stesso il riferimento al marxismo - leninismo.

Questa scelta rese pertanto il Partito Comunista Italiano un'esperienza inedita nel panorama del movimento comunista. L’assunzione dei Patti Lateranensi e del Concordato come garanzia della pace religiosa del popolo italiano non fu dunque un espediente tattico.

In questa scelta aveva contato molto la posizione assunta dal Vaticano di conciliazione fra la Chiesa cattolica e la democrazia nel corso della seconda guerra mondiale e la collaborazione fra la DC, il PCI ed il PSI nella Resistenza e nei giorni di unità antifascista.

 “Avemmo profonda l’impressione che la pace religiosa ci fosse” dichiarava Togliatti “vedemmo infatti nelle nostre unità partigiane, operai cattolici affratellati con militanti comunisti e socialisti, vedemmo nelle unità comandate dai migliori dei nostri partigiani, cappellani militari, sacerdoti, frati, accettare la nostra disciplina di lotta”.  Ed il rapporto, seppure con difficoltà, e nonostante le rigidità assunte dal pontificato di Pio XII e la scomunica del 1949, continuò fino a divenire dialogo: su marxismo e cristianesimo, sull'impegno per la pace.

Con il pontificato di Giovanni XXIII, la pacem in terris, il discorso di Togliatti a Bergamo sul Destino dell’uomo e la scelta di importanti personalità cattoliche nel 1976 - con Berlinguer - di candidarsi come indipendenti nelle liste comuniste e confluire nei gruppi parlamentari della Sinistra indipendente e in quelli del partito e nei suoi organismi dirigenti, emersero con chiarezza due aspetti: nel mondo cattolico si era ormai affermato il pluralismo nelle scelte politiche; il PCI poteva contare non solo sul voto di milioni di cattolici ma anche su una loro manifesta presenza nei gruppi parlamentari, in particolare in quello della sinistra indipendente, e negli organismi dirigenti.

Di più: il PCI aveva elaborato una diversa impostazione sulla sua funzione e sui suoi rapporti con la fede religiosa. E questa impostazione non è consegnata al passato, ma parla, o meglio dovrebbe parlare anche alla politica di oggi.


 

Area tematica: 

Share button

Torna in cima alla pagina