Le donne e i mestieri del mare. Incontro alla mostra "Vespucci.La più bella del mondo"

Quando: 
Sabato 3 Settembre 2022 00:00
Dove: 
Museo della Città-Bottini dell'Olio
Piazza del Luogo Pio57125 Livorno , LI
Descrizione: 

Evento in mostra
DEDICATO ALLE DONNE 
E I MESTIERI DEL MARE
SABATO 3 SETTEMBRE ALLE 18 
SALA DEL GRANDE RETTILE, MUSEO DELLA CITTÀ, LIVORNO
Animato da 
CARLA BARDELLI 
curatrice della mostra

Con la partecipazione di 
VALENTINA DANIELA MARTELLA 
Tenente di Vascello, Comandante di Nave Leonardo
GAIA SARDELLA
Guardiamarina del Corpo Sanitario
SERENA MELANI 
Comandante dell’Explora 1
MONICA BELLANDI 
Manager Portuale 
e Presidente della Coppa Ilio Barontini 
Conclusioni dell’assessore 
BARBARA BONCIANI
 


 

La conquista di spazi importanti da parte delle donne nei mestieri del mare è ineluttabile, come la primavera. E leggendo lo working paper scientifico redatto da Barbara Bonciani e Silvia Peveri sull’argomento, possiamo essere certi che l’inverno è finito.
Anticamente si pensava che “le donne in mare portassero sfortuna, scatenassero l’ira degli Dei, le tempeste e il mare avverso alla navigazione”, come si legge nel report. “A partire XVIII secolo, solo le prostitute, le cuoche e le infermiere, erano accettate a bordo”. 
Oggi siamo ancora molto lontani dalla parità di genere, ma i volti fieri delle allieve ufficiali della Marina Militare Italiana, ritratte nella mostra “La più bella del mondo”, aprono una finestra di ottimismo.
In mare le donne ce la possono fare e il nostro evento in mostra lo vuole dimostrare, attraverso le testimonianze di quelle che sono riuscite a imporre la loro presenza in ambiti preclusi nella storia.
Valentina Daniela Martella, Comandante di nave Leonardo e Gaia Sardella, Guardiamarina del Corpo Sanitario, attualmente in formazione, ci parleranno delle loro scelte e di come si conquistano spazi all’interno della Marina Militare Italiana, che ha accolto le donne a partire dal 2000. Serena Melani, comandante di Explora 1, l’ultima lussuosa nave da crociera della Explora Journeys , ci racconterà il suo percorso di assoluto successo, mentre Monica Bellandi, manager portuale e Presidente della Coppa Ilio Barontini, ci spiegherà come ha fatto a entrare in Compagnia Lavoratori portuali a 19 anni e a salire gradino dopo gradino la scala dell’avanzamento di carriera. 
Con le conclusioni l’assessora ai porti, Barbara Bonciani, cercherà di aprire una discussione più vasta in una città come Livorno, immersa in un Mediterraneo sempre più bello, con un porto dal potenziale immenso per le donne.
Il mare è una torta troppo ricca e prelibata per lasciarla mangiare solo dagli uomini. È necessaria una presa di coscienza da parte delle giovani generazioni, perché come ci diranno le relatrici niente succede se non si cerca con coraggio e determinazione. 

ASSESSORE BARBARA BONCIANI
“Sarebbe auspicabile che le politiche volte alla parità di genere venissero applicate anche in ambito marittimo e portuale”. 

“Nell’ambito del settore marittimo la componente femminile rappresenta circa l’1, 2 per cento della forza lavoro, a livello mondiale. 
Questo è un dato importante che deve far riflettere, perché come ci racconteranno le partecipanti a questo evento in mostra, le donne che riescono a entrare, dimostrano di essere capaci di ricoprire ruoli di assoluta importanza e trasversalità. Dal settore tecnico, a quello amministrativo, dai servizi, alla Difesa: in tutti i campi sono capaci di eccellere e imporre la loro presenza. 
Un evento di questo tipo è dunque importante e sposa in pieno la strategia di questa amministrazione comunale, per il miglioramento della condizione della donna in ambito marittimo e portuale. Vorrei diventasse un punto di partenza per una discussione di interesse locale e nazionale, auspicando che le strategie politiche messe in atto per la parità di genere vengano applicate anche al settore marittimo e portuale”. 


COMANDANTE SERENA MELANI 
“Ce l’ho fatta grazie al mio senso dell’umorismo livornese”
“Questa forza, questa verve che ti porta a sdrammatizzare, a riderci sopra, a tirar fuori la frase assassina che mette KO l’avversario al momento giusto, mi ha aiutata a gestire gli atteggiamenti macho man nei miei confronti. E incoraggio sempre le ragazze che vogliono fra carriera nei mestieri marittimi a combattere con l’umorismo la discriminazione. 
Per il resto ci vuole perseveranza, fiducia in sé stesse e grande professionalità Dopo la fine degli studi ho atteso per 5 lunghi anni il primo imbarco. Alla fine è arrivato, come allieva ufficiale su una petroliera, unica donna, sette mesi senza sbarcare e senza stipendio. Ma mi sentivo appagata, sapevo che era solo l’inizio.  Poi un amico mi parlò delle navi da crociera, questi piccoli villaggi galleggianti, che nessun sociologo ha mai studiato abbastanza. Sia negli equipaggi che nei passeggeri si mescolano tanti mondi diversi, con orientamenti sessuali e religiosi a volte opposti e contrari, ma tutti vissuti nel rispetto e nello scopo comune di vivere e navigare insieme. 
Già dal primo imbarco, facendo il giro completo del mondo, ho capito che quella era la mia strada. Ho lavorato in varie compagnie internazionali, cambiando sempre non con lo scopo di fare carriera, ma di seguire un percorso che mi apparteneva. Nel 2016 sono stata promossa comandante. Allora eravamo solo 7 in tutti il mondo, oggi siamo già 12. 
Sono molto ottimista sul futuro delle donne marittime. Basta pensare che ci sono già due donne presidenti di grandi società di navigazione croceristica, la Carnival Cruise, con Christine Dufy e la Celebrity, con Kajsa Peterson e questo fino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile. 
Vedo un lento ma inesorabile destino positivo per le donne. Ci vuole un tempo fisiologico, ma si parla di un settore aperto. Forse ora dipende anche da noi conquistare uno spazio importante. Ce la possiamo e ce la dobbiamo fare”. 

MONICA BELLANDI
          “Con la dignità e la consapevolezza di essere capaci ce la possiamo fare”
“Sono entrata in Compagnia Lavoratori Portuali a 19 anni, dopo aver fatto il Liceo Classico, vincendo un concorso pubblico. Era il 1976, negli uffici eravamo in 5, su un organico di 50, e non c’era nessuna donna nel settore operativo. Oggi in porto le donne sono decine e sono presenti in tutti i settori. 
Rimasi letteralmente affascinata dal mondo della Compagnia, soprattutto perché ne condividevo i valori politici di sinistra: quelli dell’emancipazione del lavoro: da semplici scaricatori a imprenditori di sé stessi, in un contesto di condivisione. Ho vissuto in pratica quello che sognavo in teoria, e per me è stato un motore di energia molto forte. 
In questo mondo targato maschile non ho mai vissuto il machismo deteriore, quello che ti mette in difficoltà.  Ero la “bimba della Compagnia”, con un console come Italo Piccini, che rispettava rigorosamente il ruolo femminile: Anche grazie a lui non ho mai sentito il peso della discriminazione, caso mai un paternalismo protettivo che a volte mi dava quasi fastidio. 
Certo non mancavano i luoghi comuni: “cosa faremo quando rimane incinta e avrà un figlio?”, si chiedevano i portuali quando mi vedevano salire la scala gerarchica. La diffidenza l’ho vinta lavorando più degli uomini e dimostrando sul campo le mie capacità. Mi sono appassionata, ho studiato lavorando, ho preso una laurea, ma ho fatto anche dei corsi per ovviare alle mie lacune tecniche. 
Dopo aver passato una vita in porto, sono convinta che le specificità delle donne, nei mestieri marittimi, non siano solo utili: sono indispensabili”. 

IN ALLEGATO LA CARTELLA STAMPA
 

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