I cento anni di Lea Ottolenghi Orefice

È nata il 22 marzo 1921

 

Livorno, 22 marzo 2021 - Compie cento anni Lea Ottolenghi, nata a Livorno il 22 marzo 2021, testimone delle persecuzioni razziali nazifasciste alle quali riuscì a sfuggire, e che ha raccontato nei suoi diari e in numerose interviste. 
Vedova del giornalista Gastone Orefice Ortona, noto inviato della Rai, Lea festeggia questo importante compleanno con la sua numerosa famiglia.
Il sindaco Luca Salvetti le invia gli auguri più sinceri a nome della città. 

Le figlie ripercorrono così la sua vita: 

"Alle soglie dei suoi 100 anni Lea festeggia questo bellissimo traguardo. La sua grande famiglia la contorna di amore e affetto. 
È una delle poche testimoni rimaste del terribile nazifascismo.
Nata a Livorno, penultima di 8 fratelli della famiglia Ottolenghi dove il babbo era venuto a stare fondando l’Istituto di previdenza INA. 
Lea ha vissuto fino al 1938 con i genitori, i fratelli e gli amici molto serenamente. Con le leggi razziali si è trovata improvvisamente fuori dal liceo classico lontana dalle amiche e dai suoi professori. 
La comunità ebraica riuscì a organizzare una scuola per tutti i ragazzi ebrei con eccellenti professori anche loro espulsi dalle scuole di ogni ordine e grado: la "scuolina" di via Micali.
Preside era il professore Menasci, allora provveditore agli studi di Livorno. 
Lea riuscì a dare la maturità: “Gli ebrei da questa parte” le dissero, era sola e molto intimidita, ma riuscì bene. 
La terribile odissea era appena iniziata. 
Solo dopo la morte del babbo scappò da Livorno con i suoi, cercando rifugio. Nel frattempo si era legata con un giovane: Gastone Orefice. 
Con lui e con altri giovani avevano a lungo pensato come potersi salvare dalle persecuzioni con le loro famiglie. 
In un primo tempo si rifugiarono a Firenze. 
Due fratelli di Lea, Mario con la moglie e 4 figlie piccole e Lina partirono per l’America. 
Lea e due sorelle trovarono rifugio in convento dalle suore mentre Gastone, suo fratello Vittorio e il cugino Mario Lattes erano in un convento di anziani preti. Di questo si occupò monsignor Tirapane che poi fu nominato “Giusto” delle Nazioni dallo Yad Vashem. 
La permanenza nel convento non era più sicura e dovettero partire. 
Dopo immani peripezie e pericoli passati Lea, due sorelle con la madre riuscirono a rifugiarsi in Svizzera.

Lea adolescente teneva un diario che ha continuato a scrivere negli anni trascorsi in Svizzera fino al suo rientro a Livorno. Il diario fu pubblicato alcuni anni fa a cura del Comune di Livorno: “Nei tempi oscuri”.
Il diario originale composto da molti quadernetti è conservato nell’archivio diaristico di Pieve Santo Stefano. 
Da esso hanno tratto documentazione molti studiosi, essendo una delle poche testimonianze della vita nei campi d'internamento in Svizzera in quel periodo.
In Svizzera Lea era internata in un campo dove ha fatto dapprima tanti lavori duri, poi alcuni che le piacevano come seguire bambini o fare un corso di scienze di cui era molto fiera. 
Per tanto tempo non sapeva più niente del suo amato Gastone. 
Si ritrovarono a Firenze nel ‘45 dopo la liberazione.
Gastone entrò al Tirreno allora chiamato Telegrafo, a suo fratello Vittorio, che si trovava a Roma, fu data la conduzione della radio, EIAR la futura RAI.
Lea e Gastone si sposarono nel 1945 e cominciarono la loro vita uniti. 

Gastone Orefice sarà corrispondente dal Marocco, Parigi, Bruxelles e New York per 40 anni con lo pseudonimo di Gastone Ortona. 
Hanno avuto 3 figlie; Lidia, Laura e Anna; 6 nipoti: Nora, Lorenzo, Sara, Daniel, Raffaele e Laura e 10, più uno in arrivo, bisnipoti sparsi fra Livorno, New York e Israele. 
Lea è stata sempre a fianco di Gastone. L’estate tornavano sempre alle loro radici a Livorno; ai Bagni Paolieri trascorrevano le loro vacanze al mare tra parenti e amici cari pur continuando a fare tantissimi viaggi. 
Hanno festeggiato 50 poi 60 anni di matrimonio prima che mancasse Gastone. 

Lea con gran forza riesce ad essere attiva: scrive al computer, chiama i nipoti e la figlia lontani con Skype, fa le parole crociate e legge tantissimo. Si ricorda tutti i compleanni, gli anniversari, ha un grande entusiasmo contagioso per tutto, gode delle piccole cose e non ha perso il suo carattere allegro. 
Partecipa alla vita della Comunità ebraica dov’è meritatamente coccolata da tutti. 
Sembra la più giovane, dicono, apprezza ogni cosa!

Da poco tempo è allettata e vive in un suo mondo speciale, è serena e circondata da persone che si curano di lei con amore. 
La sua vita è un romanzo a lieto fine". 

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