I cento anni di Enio Salvadori

È stato un esponente di spicco del movimento dei cattolici livornesi impegnati in politica

È Enio Salvadori, nato il 17 febbraio 1922, il nuovo centenario livornese. 
Enio era un giovane studente universitario di lettere antiche a cui per laurearsi mancava solo la tesi, quando allo scoppio della seconda guerra mondiale ricevette la chiamata alle armi. Dopo l’armistizio del ‘43 fu catturato dai tedeschi e internato nel campo di Leobersdorf, in Austria. Soltanto dopo due anni di dura prigionia riuscirà a fuggire raggiungendo Trento, per poi ricongiungersi con la famiglia che era sfollata a Campiglia Marittima. 
Lì Enio conobbe Liliana, con la quale avrebbe condiviso 72 anni di matrimonio, da cui sono nate 4 figlie femmine e un maschio.
È stato impiegato prima all’Ufficio del Lavoro, poi alle Case Popolari, infine nel mondo dell’ippica, girando tutti gli ippodromi italiani come giudice di gara. 
Nel frattempo continuava a coltivare in privato i suoi studi di latino e greco, e si dedicava all’altra sua grande passione, la politica. Enio Salvadori è stato infatti un esponente di spicco del mondo cattolico livornese impegnato in politica, prima con la Democrazia Cristiana nella segreteria di Dino Lugetti, poi nella Margherita. 
Una delle cose di cui va più orgoglioso è il fondo archivistico raccolto insieme alla moglie Liliana Pugli, con oltre ventimila lettere e il diario dei due anni di campo di prigionia.
Adesso nonno Enio è una persona autosufficiente che conduce una vita molto serena, è soddisfatto di essere riuscito a far laureare tutti i suoi figli e con loro spegnerà le cento candeline, insieme agli 8 nipoti e ai 7 pronipoti, di cui una già diciottenne. 
A lui vanno gli auguri del sindaco Luca Salvetti a nome della città.

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