CN numero 69

Ultimo aggiornamento

Ultimo aggiornamento Mercoledì, 22 Febbraio, 2023 - 09:18

Il numero 69 della rivista istituzionale "CN-Comune Notizie" (ottobre-dicembre 2009), completamente dedicato al concittadino Mario Canessa,  è uno Speciale realizzato nell'ambito delle iniziative per il “Giorno della Memoria 2010”, promosso dal Comune di Livorno in collaborazione con l’ANPI.
L’autore, Mauro Zucchelli, giornalista di professione, con bravura e rigore storico,  è riuscito a ricostruire la vita e quindi l’impegno per la Liberazione di Mario Canessa negli anni bui dell’occupazione nazista del nostro Paese e del fascismo.
Canessa scelse di servire lo Stato stando dalla parte della libertà, della democrazia e del rispetto della dignità umana: grazie alla sua azione  centinaia di  persone furono state salvate dai campi di sterminio. Canessa è stato riconosciuto un “uomo giusto”: lo Stato di Israele lo ha onorato, dedicandogli un olivo sulle colline di Gerusalemme ed una mattonella nel Museo della Memoria di Israele, lo Yad Vashem; il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, gli ha conferito la Medaglia d’Oro al Valor Civile.
Un uomo normale che ha scelto la “banalità del bene” mettendosi in gioco a rischio della propria vita.

 Nota dell'Autore

In merito all'episodio raccontato a pagina 10 che riguarda il medico dentista Emerico Lukacs a Volterra, aiutata da Mario Canessa e dalla sorella Oretta che lavorava nello studio come segretaria e assistente, la famiglia Lukacs ricorda che nel gennaio '44 Oretta Canessa, avendo le chiavi dello studio, porta via tutta l'attrezzatura medica e la nascondono; il dottor Lukacs la riavrà nell'ottobre successivo, dopo la liberazione della zona dai nazifascisti.

Oretta - spiegano Adriana e Vittorio Lukacs - è riuscita nell'intento grazie all'aiuto di Lorenzo Lorenzini detto "Renzo", maestro elementare, amico carissimo del padre.

I ricordi del bene compiuto dai Canessa richiamano alla memoria dei figli del dottor Lukacs quanto si è prodigata anche la famiglia Lorenzini per  aiutare Emerico Lukacs a sfuggire ai nazisti: soprattutto Renzo.

Prima, nella primavera del '43, costruisce una intercapedine all'interno di uno stanzino in casa Lukacs, così da poter nascondere le cose più preziose come macchina da cucire, radiogrammofono, dischi e libri. Poi, messo sull'avviso dall'amico Guido Mazzoni, archivista negli uffici della polizia (avvertito probabilmente proprio da Mario Canessa che Lukacs era in testa alla lista di ricercati),   prepara all'amico ebreo un rifugio sicuro in una fattoria vicina alla scuola di Ponzano dove insegnava la moglie Antonietta. Quando poi i fascisti cominciano a battere le campagne, porta via il dottor Lukacs dal podere La Baracca e lo nasconde nella sua casa di Volterra. Ma anche quel nascondiglio diventa pericoloso, poiché Renzo Lorenzini viene arrestato. E' la moglie Antonietta a convincere i genitori a ospitare Lukacs. Attraverso mille vicissitudini, riusciranno comunque a sopravvivere: non così un gruppo di parenti deportati a Auschwitz: «Loro non hanno trovato un Renzo che li ha protetti», dice Adriana Lukacs.                             

     Mauro Zucchelli

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