Pier Paolo Pasolini, un convegno e lezioni per approfondire la sua opera

Con l’organizzazione dell’associazione “Città filosofica” in compartecipazione con il Comune di Livorno

Livorno, 21 novembre 2018 - La figura di Pier Paolo Pasolini, a 43 anni dalla scomparsa, si rivela complessa, densa di moltissime e non ancora approfondite sfaccettature, difficilmente etichettabile: scrittore, poeta, regista, pedagogo, indagatore della contemporaneità, costruttore di una visione del mondo tutt’oggi irriducibile. Solo questi pochi cenni sono sufficienti per giustificare non solo un interesse, ma anche la volontà attiva di promuovere un approfondimento della sua opera.

L’associazione  “Città filosofica”,  in compartecipazione con il Comune di Livorno,  si è dunque mossa con l’intento di riportare sotto la lente critica Pasolini letterato, sul quale negli ultimi anni l’attenzione si è un po’ allentata a favore del Pasolini cineasta.

A tale proposito è stato pertanto organizzato un convegno “Pasolini uomo di lettere” in programma per sabato 24 novembre (inizio ore 9.00)  alla Biblioteca Labronica di Villa Fabbricotti, e programmata una serie di lezioni su alcuni concetti chiave del  cinema di Pasolini, dallo spessore soprattutto filosofico, che si terranno presso Villa Maria nei mesi di gennaio e febbraio.

CONVEGNO

Il convegno, a cura del prof. Paolo Lago, si propone di analizzare in particolar modo l’opera letteraria e poetica di Pier Paolo Pasolini da diverse prospettive. Gli studiosi, giunti da diverse parti d’Italia, riuniti per l’occasione, anche in virtù della loro specifica formazione, pongono sotto la loro attenzione la narrativa e la poesia di Pasolini dal punto di vista di svariate focalizzazioni. Infatti, la stessa opera di Pasolini, per la sua vocazione alla multidisciplinarietà e alpluristilismo, bene si presta a tale ampiezza di analisi.

Gli studiosi che parteciperanno al convegno sono: 

Roberto Chiesi, critico cinematografico, responsabile del Centro Studi - Archivio

Pasolini della Cineteca di Bologna.

Marco Marchi, già Ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea

presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Firenze.

Francesca Tuscano, slavista, poetessa e traduttrice.

Andrea Cerica, dottorando presso l’Università di Pisa con una tesi dal titolo

Pasolini e i poeti antichi. Scuola, poesia, teatro.

Paolo Lago, critico letterario e cinematografico, dottore di ricerca in “Scienze

linguistiche, filologiche e letterarie” presso l’Università di Padova con una tesi

dal titolo Pasolini traduttore dei classici greci e latini.

Iuri Lombardi, poeta, scrittore, saggista, drammaturgo.

In particolare, l’intervento di Roberto Chiesi intende affrontare le poesie di Pasolini  dedicate all’autobiografia: Coccodrillo e Poeta delle ceneri. Inerenti ai fitti rapporti dell’opera pasoliniana con le letterature classiche e con quella italiana del Due e del Trecento sono invece le relazioni di Andrea Cerica, di Paolo Lago e di Marco Marchi, prevalentemente dedicate all’attività  di Pasolini traduttore dei classici greci e latini e alla sua passione intellettuale per quegli stessi autori  indagata fin dai banchi di scuola, e del suo rapporto con l’autore forse più importante dell’intera storia della letteratura  italiana: Dante Alighieri. Francesca Tuscano analizza poi i punti di contatto dell’opera  pasoliniana con la letteratura russa, in special modo con l’opera di Dostoevskij, autore  molto amato e ‘utilizzato’ da Pasolini. Sullo sfondo una prospettiva filosofica, infatti  la presenza di tematiche filosofiche oltre che, chiarissima, nel cinema dell’autore, è  assai presente anche nella poesia e nella narrativa. Ad un’analisi più serrata dell’intera opera narrativa e poetica del Nostro, infine, è dedicato l’intervento di un poeta e di  uno scrittore, Iuri Lombardi.

INCONTRI SUL CINEMA

Le lezioni verteranno sull'analisi dello spazio in tre film di Pasolini, con particolare attenzione riguardo alla rappresentazione del deserto. I film sono: Edipo re, Teorema, Porcile. In essi, infatti, appare, nel contesto spaziale, il luogo del deserto, rappresentato come un contesto in cui emerge la dimensione più ferina e selvaggia, corporea, estremo lembo di una situazione di angoscia mentale a lungo sopportata  dai personaggi. Se in Teorema, il deserto 'fisico' e 'selvaggio' delle sequenze finali, in cui si incammina il personaggio del padre, si contrappone alle atone spazialità degli interni borghesi della villa e agli esterni 'lucidi' del contesto milanese e nordico, in Edipo re il deserto è la rappresentazione  iconica del tormento  del protagonista il quale si muovein uno spazio occludente e labirintico. In Porcile il deserto  che vediamo rappresentato dalle lande 'magmatiche' e terree (un

imprecisato medioevo ricostruito sulle pendici dell'Etna), è lo spazio della liberazione degli istinti ferini e selvaggi ed è rappresentato in contrasto ma anche in sinergia con gli ambienti della villa alto-borghese della famiglia di Julian, i giardini, le geometriche architetture in cui si consuma il terribile dramma del giovane che sfocerà nel suo fagocitamento da parte dei maiali.

Gli incontri ( ore 17.30) sono in programma per il 17 gennaio ( Federico Sollazzo “La nostalgia di un altro divenire”); 31 gennaio (Paolo Lago “Edipo Re”); 14 gennaio ( Paolo Lago “Teorema”) e 28 febbraio (Paolo Lago “Porcile”).

Ogni incontro sarà introdotto da Alessandro Rizzacasa , presidente di “ Città filosofica”.

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