Presentazione del libro “Capolavori rubati” del critico Luca Nannipieri

L’iniziativa è promossa dalla Sezione Giovani degli Amici dei Musei e Monumenti Livornesi. Introduce Jacopo Suggi

Quando: 
Venerdì 4 Ottobre 2019 17:00
Dove: 
Museo Civico Giovanni Fattori
Via San Jacopo In Acquaviva, 6557127 Livorno , LI
Descrizione: 

Dopo la Pinacoteca di Brera e i Musei Capitolini, anche il Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno ospiterà il 4 ottobre (ore 17) nella sala degli Specchi, la presentazione dell'ultimo libro del critico d'arte Luca Nannipieri: "Capolavori rubati".

L’iniziativa è organizzata dagli Amici dei Musei e dei Monumenti Livornesi, sezione giovani, e sarà introdotta da Jacopo Suggi. L'ingresso è libero.

C’è sempre stata lotta attorno all'arte. Omicidi, furti, razzie, corruzioni, contrabbandi, soprusi, roghi, devastazioni, confische hanno contraddistinto la vita di molti capolavori. Da Caravaggio a Picasso, da de Chirico a Munch, da Renoir a Klimt, fino alle statue della classicità, sono molti gli episodi, alcuni celeberrimi, altri poco conosciuti, alcuni risolti, molti altri ancora sotto indagine, che ci portano nel cuore dell’illegalità, della criminalità, del mercato nero, della cupidigia, della volontà di potenza, che si nasconde dietro ogni ladrocinio.

Il libro “Capolavori rubati”ci narra di alcuni dei più spettacolari e rocamboleschi furti d'arte ai danni di musei e di altre istituzioni. Nannipieri li racconta con dovizia di particolari, dimostrando come, nonostante spesso si prediliga una visione romantica dell'arte, essa non sia esente da mire e speculazioni economiche. Gli episodi narrati offrono al critico l'occasione per una riflessione sullo stato del patrimonio culturale e sulla difficoltà di valorizzarlo, soprattutto in Italia. Non sono pochi i casi infatti in cui opere d'arte vengono dimenticate, tanto da salire alle cronache solo quando vittima di saccheggi e danneggiamenti, gesti efferati che ne compromettono per sempre la salvaguardia e la conservazione.


"Si dice, citando malamente L’idiota di Dostoevskij, che la bellezza salverà il mondo. Se la bellezza fosse sufficiente a salvare il mondo, basterebbe riempire il mondo di bellezza e saremmo tutti salvi, tutti santi. In realtà, la storia dell’arte è, anzitutto, storia di capolavori scomparsi, collezioni disperse, opere inaudite di cui si posseggono soltanto copie postume, calchi, riproduzioni fedeli o varianti perché gli originali si sono perduti."

 

 

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