Il tema della correlazione fra pianificazione urbanistica e pandemia Covid-19 nell’ultima seduta della commissione speciale Sars-Cov 19 del 2020

Gli interventi della presidente Cristina Lucetti e dell’assessora Silvia Viviani

Livorno, 4 gennaio 2021 – L'ultima seduta del 2020 della commissione speciale Sars-Cov-19 ha affrontato il tema della correlazione fra i temi della pianificazione urbanistica e la pandemia che ha colpito la nostra comunità.
Come ricorda la presidente della commissione Cristina Lucetti, alla presenza dell'assessora all’Urbanistica Silvia Viviani e con il contributo delle associazioni di categoria, si è svolto un dibattito molto costruttivo partito dalla considerazione che il Covid rappresenta una frattura storica che va affrontata attraverso un recupero forte della dimensione del pubblico e la necessità di una pianificazione dettagliata. Dentro i quadri pianificatori vanno considerati da un lato le istanze legate al rischio per la salute, dall'altro le questioni relative alle disuguaglianze economiche e sociali. Da queste considerazioni deve uscire rafforzata quella logica di "città pubblica" che l' amministrazione persegue sin dall’inizio del suo nuovo cammino. Una "città pubblica e accessibile"  riorganizzata dai sottoservizi fino agli spazi dove si erogano i  servizi pubblici  essenziali . 
“La commissione – commenta Cristina Lucetti -   ha rappresentato, anche questa volta, un utile strumento per raccogliere e portare a elaborazione i contributi delle associazioni di impresa e delle organizzazioni sindacali per la rigenerazione della nostra città. Dalla discussione sono emerse , tra le priorità da affrontare a breve-medio termine: il contenimento e la gestione dell'emergenza nonché l' innovazione e i piani e i progetti urbanistici in grado di rispondere alle istanze sociali e ambientali  che si auspica porteranno Livorno a essere un modello anche  per altre città” .
Questa la sintesi dell’intervento dell’assessora Silvia Viviani: “Le politiche si traducono in progetti e i progetti in interventi. Buona parte dei progetti per diventare interventi passa attraverso gli strumenti urbanistici e i programmi delle opere pubbliche perché tutti gli obiettivi e tutte le azioni diventano luoghi ed edifici per erogare servizi materiali e immateriali. Nella nuova pianificazione comunale assumono un significato rilevante le modalità d'uso degli spazi urbani in relazione alle condizioni fisiche, d'età, di genere e gli aspetti legati al tempo, un fattore da rivalutare nel riassetto urbano per l'abitabilità variabile degli spazi. Abbiamo dunque l'occasione di gestire meglio quello che esiste e progettare meglio lo spazio urbano nel quale vorremmo vivere. Le azioni necessarie sono molteplici. Sono azioni di governo del territorio, buona pianificazione che permetta di realizzare infrastrutture complesse per il trasporto di persone cose e dati, paesaggistiche e ambientali per il benessere psicofisico. Sono buone modalità di gestione dei servizi pubblici, efficienti e vicini al cittadino. Sono progetti di architettura urbana per innalzare la qualità degli spazi e degli edifici e renderli accessibili, più belli, facili da utilizzare, ecologici. Mai come oggi, al tempo del Coronavirus, appare chiaro che la rigenerazione urbana non è una nuova categoria di intervento e che gli ambiti della rigenerazione urbana non sono nuove zone omogenee territoriali. E' piuttosto la strategia che contribuisce all'urbanità nell'integrazione tra luoghi e persone e nel superamento della dualità fra servizi e spazi”. 
 

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