Livorno, 17 dicembre 2019 - Si dice che Amedeo Modigliani, di Livorno, sua città natale, rimpiangesse in modo particolare il cinque & cinque (5&5).
Ovvero, il tipico street food livornese che consiste in una sottile e croccante torta salata di ceci, fritta nel forno e racchiusa nel pane, francese o focaccia.
E detto 5 & 5 perché per acquistare la succulenta ed economica pietanza occorrevano 5 centesimi di lira per il pane, e 5 centesimi per la torta. Lo scrive nelle sue memorie Gastone Razzaguta (Livorno, 1890 – Livorno, 1950) *, pittore e scrittore livornese, contemporaneo di Modigliani.
Ecco dunque che per celebrare il centenario di Modigliani, l’Associazione Tortai livornesi promossa dalla CNA, lancia una simpatica promozione: chi si presenta con il biglietto della mostra “Modigliani e l’avventura di Montparnasse” (fino al 16 febbraio al Museo della Città di Livorno), organizzata dal Comune di Livorno, avrà uno sconto sul pranzo o cena o merenda a base di 5&5.
Ovvero, con soli € 3,00 si potrà gustare un 5&5 classico+ un bicchiere di spuma, mentre ci vorranno € 4,00 per il 5&5 farcito anche con le melanzane + il bicchiere di spuma da 6 tortai che aderiscono alla promozione :
Da Gagarin, via del Cardinale 24, tel. 0586-884086
Forti pizza e torta, via Garibaldi 355/a, tel. 0586-402166
Pizza e torta da Leone, via di Salviano 71, tel.0586-860390
Pizza e torta da Galassi, viale Giosè Carducci 249, tel 0586-402303
Seghieri, via Ernesto Rossi 19, tel. 0586-898205,
I tre canti, Corso Mazzini 347, tel. 0586 - 811061
In più, oltre al “pacchetto” Modigliani e 5&5, Da Alepizza, viale Caprera 5, tel.0586 – 375118 effettua il 15% di sconto sulla cena, mentre “Erika & Massy” in via Solferino 112, tel 0586 – 829250 pizza media, 1hg di torta e lattina ad € 8,00.
Si segnala che i tortai aperti anche a pranzo sono Da Gagarin e Seghieri. Ovviamente è consigliabile verificare sempre telefonicamente che il tortaio scelto sia aperto nel giorno e nell’ora che interessa.
“Un connubio arte e cibo – commenta l’assessore al Turismo e Commercio del Comune di Livorno, Rocco Garufo - che sarà gradito ai livornesi ma anche ai tanti turisti che avranno così l’opportunità o la curiosità di conoscere una “eccellenza” labronica”.
* Era un giorno d'estate del 1916 quando buttò la cima un altro nato a Livorno, anche lui venuto da Parigi, che faceva acqua da tutte le parti.
Aveva il viso tondeggiante, la testa rasata come quella d'un evaso sì e no coperta da un berretto cui era stata strappata la visiera, giacchettina di tela e camicioletta scollacciata, pantaloni tenuti da una funicella legata alla vita e, ai piedi, le spardegne.
Altro paio di spardegne ciondolavano da una mano. Disse che era tornato a Livorno per amore della torta di ceci e di quella economica e comoda calzatura. Poi aggiunse: «Si beve?»; e chiese un assenzio. [...]
Mangiato la torta di ceci, calzato le spardegne, bevuto l'assenzio, Amedeo chiamato «Dedo» domandava un capannone e delle pietre per lastricare le strade, onde pensammo a qualche impresa urbanistica oppure a esercizi di sollevamento pesi. Invece si trattava che «Dedo», partito pittore, tornava anche scultore...
Poi come nebbia si dileguò... (Da G. Razzaguta, Virtù degli artisti labronici, Livorno, 1943)