Aspettando la Coppa Barontini: martedì 6 giugno un'intera giornata dedicata ai temi dell’antifascismo a Livorno

Un convegno su Ilio Barontini, lo spettacolo di Alessia Cespuglio  sull’assassinio dei fratelli Gigli e la pubblicazione del monologo da cui è nato lo spettacolo

Livorno, 1 giugno 2023 - Il Comitato Coppa Barontini, So.Crem e CGIL Livorno, insieme al Nuovo Teatro delle Commedie, presentano il 6 giugno un momento di condivisione su tematiche a tutti i soggetti molto cari: la storia della nostra città , Ilio Barontini e l’antifascismo. 

Alle 18 in Sala degli Archi in Fortezza Nuova ci sarà un convegno organizzato dal Comitato Coppa Barontini, dal titolo  “L’eredità di Ilio Barontini”.
Questo evento insieme ad altri, comporrà un percorso di attesa e preparazione alla Coppa Barontini che si terrà il 17 giugno.
Il convegno  vuole rappresentare un modo per far riflettere per la cittadinanza e condividere alcuni aspetti della vita di Barontini, andando ad indagare quanto, oggi, la sua eredità politica e umana sia ancora tangibile.
Modererà l’incontro Mauro Zucchelli  (cronista) ed interverranno Fabio Baldassarri (autore e politico),  Claudio Seriacopi (Presidente Istoreco), Catia Sonetti (Direttrice Istoreco), Lenny Bottai (Presidente dell’Ass.Cult. Ilio Barontini), Andrea Bartolozzi  (nipote di Ilio Barontini),Enrico Mannari (Storico, Centre for conflict and Participation Studies, Luiss). 

La So.Crem collabora dal 2021 con Alessia Cespuglio, attrice e autrice livornese, con cui ha prodotto, in occasione del 140esimo della sua fondazione, lo spettacolo “1922-Perchè non dobbiamo aprire? Siamo gente perbene” sull’assassinio dei Fratelli Gigli, avvenuto il 2 agosto del 1922.   

Alle ore 19.15, sempre nella Sala degli Archi, la So.Crem presenterà la pubblicazione del monologo  di Alessia Cespuglio,edito da Vittoria Iguazu Editora.
Alessia Cespuglio sarà intervistata da Emanuele Gamba, direttore artistico della Fondazione Goldoni di Livorno. 

Alle 21.15 andrà in scena sul Palco Grande della Fortezza Nuova lo spettacolo “1922-Perchè non dobbiamo aprire? Siamo gente perbene”, produzione esecutiva di Pilar Ternera/NTC,collaborazione alla drammaturgia Francesco Niccolini, costumi  di Desiree,oggetti di scena di  Giordana Vassena,con  la straordinaria partecipazione di Gaetano Ventriglia e Irma Pepper Commone, con la partecipazione di Elena Mellino, Filippo Ceccarini, Coro Rodolfo del Corona, Coro Garibaldi D’Assalto, SpringTime e Monday Girls, Coro Anpi Partigiano della Bassa Val di Cecina, ADDA.

Ingresso spettacolo 12 euro, ridotto 10 euro 
Per info e prevendita on line www.nuovoteatrodellecommedie.it, tramite whatsapp 3420352386, mail info@nuovoteatrodellecommedie.it 

Lo  spettacolo e la presentazione del libro sono dedicati alla memoria di Mauro Nocchi e Renato Tedeschi, scomparsi di recente lasciando un gran vuoto nella nostra città. 


Alla conferenza stampa di presentazione Simone Lenzi, assessore alla Cultura ha evidenziato che “la Coppa Barontini sotto questa direzione sta superando se stessa, non solo come straordinaria gara remiera ma come momento di riflessione che riporta allo spirito stesso della gara e al motivo per cui è nata. Ovvero, parlare di antifascismo, valore fondante di una convivenza civile nel nostro paese su cui non dobbiamo stancarci di focalizzare l’attenzione. Non c’è articolo della Costituzione che non sia manifestazione chiara e inequivocabile di antifascismo”.

Monica Bellandi, presidente del Comitato Coppa Barontini , ha spiegato che la Coppa non è non solo una gara affascinante ma il nostro comitato prova a mettersi a disposizione di tutta la città per contribuire non solo alla memoria storica ma anche all’apertura a tutti, specie ai giovani, creando occasioni culturali e artistiche, in cui si rifletta sui valori e sui diritti, sulla tolleranza e rendere più attuale la figura e il messaggio di Ilio Barontini che negli anni può essere più evanescente. Noi siamo convinti invece che figure come quella di Barontini siano attuali e attuali siano i valori per i quali hanno lottato”.

Fabrizio Zannotti, CGIL Livorno: Siamo in una fase storica in cui come Camera del Lavoro riteniamo opportuno e utile tenere viva la memoria su personaggi e valori e non dare per scontato nulla. Dobbiamo proseguire il percorso culturale di sviluppo delle coscienze. La rappresentazione teatrale che rientra nella giornata del 6 giugno riguarda anche la Camera del lavoro di Livorno che in quegli anni il 3 agosto fu bruciata e non sono lontani i giorni in cui la CGIL qualche anno fa fu assalita. Non dobbiamo pensare che certe cose non possano accadere più, non dobbiamo dare per scontato nulla, non dobbiamo pensare che la Costituzione sia nata per caso, che le libertà siano acquisite, ed è per questo che la CGIL dà il suo supporto alla giornata del 6 giugno”.

Giampaolo Berti, presidente So.Crem, ha espresso la propria “soddisfazione per poter presentare a un pubblico ancora più vasto il lavoro di Alessia Cespuglio, a 100 anni dalla morte e cremazione dei fratelli Gigli,nel 140° anniversario della So.crem. Il nostro pensiero deferente va a un nostro grande associato, Mauro Nocchi insieme a tedeschi, anime della Barontini. Il 1922 è stato un anno tragico per Livorno, che ha visto scomparire figure importantissime dell’antifascismo livornese, Alessia Cespuglio ne approfondirà altre, le abbiamo dato un’altra commissione di cui parleremo a momento debito. Intanto speriamo in un altro sold out per il 6 giugno.

Le conclusioni ad Alessia Cespuglio, autrice e attrice: “Mi sono interrogata a lungo su quale potesse essere la chiave giusta per narrare l’episodio dell’assassinio dei fratelli Gigli. Sono partita dalle domande di mia figlia allo scoppiare l’anno scorso della guerra in Ucraina. Ho pensato che l’antifascismo è una pratica, una pratica che non può spegnersi e accendersi in occasione di omaggi o manifestazioni, si deve promuovere costantemente, è un sentire politico e civile che deve guidarci sempre.
Quello del 6 giugno è un evento composito che indaga più aspetti di quello che è la ferita incurabile della famiglia Gigli. Fare teatro significa esporre le proprie ferite e dare un senso al dolore, il dolore non va solo allontanato, il dolore va elaborato e la comunità, la collettività artistica, politica e civile è fondamentale che venga vissuta insieme come una esperienza, e questa esperienza di accogliere, fare accogliere alle persone le proprie ferite magari non le sanerà ma le renderà meno dolorose, meno feroci”.

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