Partecipazione

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Ultimo aggiornamento Martedì, 13 Novembre, 2018 - 17:24

La Partecipazione.

 

L'adozione della legge regionale n. 46 del 2013 in materia di «Dibattito pubblico e promozione della partecipazione alla elaborazione delle politiche regionali e locali», ha confermato come la Regione Toscana abbia voluto rafforzare la scelta intrapresa nel 2007, con la l. r. n. 69, che - prima fra tutti in Italia - ha disciplinato il dibattito pubblico, provando ad inserire provvedimenti di carattere deliberativo all’interno delle classiche forme di partecipazione.

Il concetto di partecipazione si è fatto strada negli anni non senza difficoltà. Con la legge n. 241 del 1990 venne introdotto questo concetto legandolo non tanto alla possibilità e facoltà dei cittadini di partecipare ai processi decisionali propedeutici alla formazione di atti deliberativi aventi ad oggetto provvedimenti normativi o regolamentari, quanto provvedimenti che interessassero principalmente la sfera individuale dell'interessato.

Con gli anni vi è però stata una importante evoluzione correlata ad una sempre maggiore consapevolezza, da parte dei cittadini, sia dei propri diritti che della possibilità di contribuire positivamente, in un contesto collaborativo più che di contrapposizione con gli apparati burocratici o politici, mettendo in campo e a disposizione della collettività le proprie conoscenze, sensibilità ed esperienze maturate in ambito lavorativo, di studio ma anche e soprattutto nella vita di ogni giorno.

 

L'Amministrazione Comunale di Livorno approvava le linee di mandato con delibera di Consiglio Comunale n. 108 del 9 settembre 2014 e al punto 2 di queste, richiamandosi al Libro Bianco sulla Governance riportava testualmente che “La qualità, la pertinenza e l'efficacia delle politiche dipendono dall'ampia partecipazione che si saprà assicurare lungo tutto il loro percorso, dalla prima elaborazione all'esecuzione. Con una maggiore partecipazione sarà possibile aumentare la fiducia nel risultato finale e nelle istituzioni da cui emanano tali politiche”.

Ed al successivo punto 5 venivano enucleati nella “Linea 1: Partecipazione, democrazia diretta e trasparenza” ulteriori dettagli in ordine allo sviluppo degli obiettivi previsti e quindi che “occorre dotarsi di strumenti nuovi previsti dalla legislazione regionale costruendone altri di carattere comunale”.

L'utilizzo del Cisternino, il Regolamento sull'amministrazione condivisa dei beni comuni, le attività di partecipazione, la nomina o la conferma di garanti per la tutela di diritti in vari ambiti (da quelli delle persone private delle libertà individuali, delle persone con disabilità, per l'informazione e partecipazione agli atti di governo del territorio) confermano la volontà e l'impegno ad andare in questa direzione.

 

 

 

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